È stato presentato nelle sale di Palazzo Stola la II edizione del Convegno Nazionale di Medicina Integrata che si terrà il prossimo 4 maggio nella sala conferenze del Dipartimento Ionico in via Duomo con inizio dei lavori alle ore 15:00. Ad organizzare l’iniziativa medico-scientifica l’associazione Noi, presieduta dal prof. Francesco Rapetti «quest’anno punteremo l’attenzione sull’oncologia – ha dichiarato – i relatori di chiara fama nazionale ed internazionale, si alterneranno per parlare delle recenti terapie utilizzate per poi giungere alle nuove scoperte nell’ambito della ricerca che sta destando forti aspettative. L’associazione Noi ha ritenuto di porsi quale ponte tra la ricerca e Taranto. Al convegno relazioneranno oltre alle eccellenze del territorio come il dott. Girolamo Ranieri e i professori Attilio Guarini e Francesco Schittulli, anche il prof. Pier Mario Biava, ricercatore, e il dott. Stefano Ciaurelli, genetista, direttore del gruppo Biava Vita 365. Il convegno si fregia del patrocinio della Lega Nazionale Lotta ai Tumori». Il prof. Biava intervenuto da remoto ha introdotto le basi del progetto di ricerca presentato alla realtà tarantina «in molti anni di studio – ha dichiarato Biava – ho sempre pensato di fare qualcosa per Taranto. oggi si sono create le condizioni per realizzare quell’obiettivo portando nella città pugliese il disegno di un progetto di ricerca sull’oncologia che vede protagonisti i fattori di differenziazione delle cellule staminali che per molti anni ho studiato anche in oncologia insieme con le terapie farmacologiche con risultati estremamente significativi. Ho pensato ad un progetto di ricerca che fosse anche self-founded e che pertanto non gravasse sulla popolazione tarantina. Questo come ulteriore segno della mia vicinanza a questa terra». Nel merito del progetto è intervenuto il dott. Stefano Ciaurelli il quale ha affermato «il progetto concepito con il prof. Biava e tutta l’equipe prevede due bracci di ricerca, uno in trattamento con i fattori di differenziazione delle cellule staminali ed uno senza l’utilizzo dei fattori. È prevista la durata di un anno e il numero minimo che ci siamo posti con obiettivo della coorte di studio di 40 pazienti. Abbiamo, tuttavia, reso il progetto plastico per far si che si possa adattare alle casistiche cliniche del territorio. Infatti – prosegue il dott. Ciaurelli – nonostante l’impostazione di baseabbiamo lasciato spazio a possibili modifiche in base ai tavoli scientifici che faremo con i referenti clinici territoriali che partecipano allo studio».