Il massacro italiano. Di Salvatore Del Vecchio
La dialettica, come da concetto sofista, è l’arte di confrontare abilmente tesi opposte, riuscendo a farle apparire vere o false secondo la convenienza, destinata questa, ad offuscare ogni puro ragionamento.
Quest’arte, efficientemente praticata per il nostro olimpo politico, ci distrae ci cattura e ci porta all’essenza del essere non essere, inquadrandoci nelle file di una filosofia ben lontana dal giusto raziocinio.
Come greggi di pecore arginate da cani pastori, destinate alla produzione del benessere dei nostri carnefici, beliamo felici alle briciole di apparenze destinate a macerare ogni personalità e amor proprio, riempiendoci la bocca di frasi fatte, scovate nell’immeritato dizionario di una ideologia cancerogena forgiata durante le varie legislature.
Abbiamo generato così, un succedersi di gioventù bislacca, pretendente di diritti senza doveri, immersa nelle fogne concettuali disegnate dai media e, come insetti attirati dalla luce, seguiamo la mafia propagandistica parte del sistema di guerra delle informazioni balzane, dedicate a distrarre le coscienze e pilotarle verso una realtà di autodistruzione.
E, lupus in fabula Nicola Morra che, come degno rappresentante di un governo che con eccellente maestria dirige il dramma “il massacro italiano” , si permette impunemente a inveire come sciacallo sulla morte di Jole Santelli. L’Idiocrazia che Umberto Eco descrive come “l’invasione degli imbecilli”, dovrebbe combaciarsi con questo personaggio che rappresenta addirittura la presidenza antimafia, parte della insana politica che ci simboleggia. Ma attenzione non credo che la imbecillità la troviamo nella nostra fatiscente classe politica, chi è più imbecille, l’Idiocrazia o chi accetta la imbecillità continuando a praticarla con la arrendevolezza e il silenzio? In effetti, chi comanda dimostra tutta la sua capacità, scaltrezza ed estrema dedicazione a svolgere impeccabilmente le parti patibolari destinate a soccombere la nostra sovranità e la nostra stessa identità, mentre il popolo incapace ed inetto, in veste di massa greggiale, favorisce la distruzione di tutto ciò che è stato creato con gli sforzi, i sacrifici e le ferree volontà dei nostri padri. Intanto la ex nostra bella Italia o, quello che ne rimane come proprietà italiana, è ormai preda inerte di tutto e di più; dal business della immigrazione feroce che, come effetto collaterale, favorisce la delinquenza straniera organizzata come la pericolosissima mafia nigeriana, alla espansione della criminalità cinese, rumena, sudamericana, alla attività mussulmana e continua la lista nera con la svendita delle nostre proprietà, con la distruzione delle nostre risorse, con il dispotismo politico che rema a favore del nostro declino, immersi nel letame di una scapestrale eurozona. Molti non saranno d’accordo con tutto quanto esposto, soprattutto chi ha gli occhi bendati dal proprio benessere, mentre, chi ha bisogno e vive nella indigenza grazie ai nostri leader politici e alla nostra pusillanimità, lo si lascia morire lentamente affossato nelle proprie necessità sotto una bandiera ormai priva di significato.
Salvatore Del Vecchio